blog – Livio Di Tullio http://www.livioditullio.it Un nuovo sito targato WordPress Wed, 12 Oct 2022 08:33:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.7.29 Rag’n’Bone Man – Human (Official Video) http://www.livioditullio.it/ragnbone-man-human-official-video/ Mon, 06 Aug 2018 09:55:44 +0000 http://www.livioditullio.it/?p=3310 The post Rag’n’Bone Man – Human (Official Video) appeared first on Livio Di Tullio.

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di nuovo c’è il blog http://www.livioditullio.it/di-nuovo-ce-il-blog/ Mon, 06 Aug 2018 09:07:45 +0000 http://www.livioditullio.it/?p=3304 Sono stato molto tempo senza pubblicare niente su questo blog. Mi sono dedicato a Facebook . Questo blog serviva quando facevo l’Amministratore pubblico . Come sapete quella esperienza si è chiusa non benissimo anche se personalmente mi ha dato molte soddisfazioni personali. Attraverso questo blog ero in contatto con persone che non frequentano Facebook oppure […]

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Sono stato molto tempo senza pubblicare niente su questo blog. Mi sono dedicato a Facebook . Questo blog serviva quando facevo l’Amministratore pubblico . Come sapete quella esperienza si è chiusa non benissimo anche se personalmente mi ha dato molte soddisfazioni personali. Attraverso questo blog ero in contatto con persone che non frequentano Facebook oppure lo frequentano poco . Ho pensato di riprendere a tormentarvi 🙂 .

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Goebbels e le false verità http://www.livioditullio.it/goebbels-le-false-verita/ Mon, 06 Aug 2018 09:00:11 +0000 http://www.livioditullio.it/?p=3302 Mi pare fosse Goebbels (potrei sbagliarmi, non ho fatto tante letture nel genere 🙂 ). Da Ministro della propaganda del Terzo Reich diceva: dì una bugia una volta, poi due volte, poi tre, continua a dire la stessa bugia dieci volte, alla fine non sarà più una bugia ma la verità. Sull’immigrazione funziona così. Non è vero […]

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Mi pare fosse Goebbels (potrei sbagliarmi, non ho fatto tante letture nel genere 🙂 ).
Da Ministro della propaganda del Terzo Reich diceva: dì una bugia una volta, poi due volte, poi tre, continua a dire la stessa bugia dieci volte, alla fine non sarà più una bugia ma la verità.
Sull’immigrazione funziona così. Non è vero che c’è l’invasione dei neri ( 8.3 % di stranieri. Più della metà dall’Est Europa e circa il 3% dall’Africa). Non è vero che commettono più reati. Non è vero che rubano il lavoro agli Italiani (vero invece che servono al sistema produttivo illegale perché sono gli unici costretti a lavorare per paghe da fame. Quindi bisognerebbe fare il culo agli imprenditori disonesti e non agli immigrati).
Non c’è un solo argomento che viene denunciato sull’immigrazione che sia vero. Un cumulo di falsità, omissioni, letture faziose o tendenziose
Un Popolo intero al quale- ossessivamente- vengono offerte false verità.
A questa strategia della verità falsa va opposta la strategia della verità vera, quella dei numeri e dei fatti avendo l’equilibrio del rispetto sempre e comunque della Legalità.
Vanno bene le magliette rosse, va bene l’etica, va bene l’indignazione ma questi argomenti sono più forti se accompagnati all’ossessivo richiamo ai fatti.
Dite che non funziona? Che tanto non si convincono? Succede perché non teniamo duro. Perché preferiamo smettere di discutere e preferiamo bannare oppure parlare d’altro. Perché non studiamo i numeri e i fatti per avere solidi argomenti. Perché pensiamo di non avere mai sbagliato.
Poi è faticoso, è lungo, i risultati non si vedono mai ma questa è la nostra Resistenza. Possiamo continuare a cullarci nel calore del ricordo di quelli che la fecero 70 anni fa e dividere il mondo come allora. Oppure possiamo coltivarne la memoria ma prenderne l’essenza: c’è Resistenza quando si è molto deboli e gli altri molto forti e Tu decidi di non tacere.
Allons Enfants 🙂
p.s. lo so che è difficile: pensate che delle volte mi incazzo pure io che sono notoriamente un santo 🙂

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Viva Savona Viva scriviamo insieme un progetto per la città http://www.livioditullio.it/viva-savona-viva-scriviamo-insieme-un-progetto-per-la-citta/ Fri, 18 Mar 2016 10:07:48 +0000 http://www.livioditullio.it/?p=3280 Viva Savona Viva, abbiamo scritto un progetto in continua evoluzione, di come vorremmo che fosse la nostra città. Turismo, marketing territoriale, cultura e innovazione, volano di uno sviluppo economico sostenibile e solido, servizi sociali, integrazione e mondo dell’associazionismo. Sono tanti i temi trattati e ancora da affrontare. Per questo abbiamo scritto questo testo, a più mani, […]

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Viva Savona Viva, abbiamo scritto un progetto in continua evoluzione, di come vorremmo che fosse la nostra città. Turismo, marketing territoriale, cultura e innovazione, volano di uno sviluppo economico sostenibile e solido, servizi sociali, integrazione e mondo dell’associazionismo. Sono tanti i temi trattati e ancora da affrontare. Per questo abbiamo scritto questo testo, a più mani, che raccoglie idee e proposte pensate in questi mesi è aperto a nuove sfide. Infatti, vorremmo continuare su questa strada anche dopo le primarie, confrontandoci con le persone che abbiamo incontrato e che incontreremo più avanti, portatrici di idee creative e proposte innovative che, insieme a noi, vogliono scrivere la Savona del futuro . Livio Di Tullio.

 

 

Premessa

Noi viviamo in una Città che ha potenzialità straordinarie. Una Città che intende sviluppare tutte le opportunità rappresentate dall’iniziativa delle persone, dai loro progetti. Solo se noi viviamo bene e serenamente nella nostra comunità, saremo in grado di attirare qui altre persone, prima come turisti e poi come nuovi abitanti. Vogliamo lasciarci alle spalle anni difficili per l’Europa, per l’Italia e per Savona. Anni nei quali l’Amministrazione Comunale ha garantito i servizi fondamentali, una attenzione alla promozione della Città e ha preparato i progetti da realizzare nel futuro, oltre a quelli realizzati e che sono sotto gli occhi di tutti. Noi non sappiamo se la crisi economica è finita o finirà.  Quello che però vogliamo, dopo gli anni nei quali abbiamo tenuto aperta la Città, è sfidare il futuro e rilanciare.

L’obiettivo

Vogliamo che Savona, entro cinque anni, sia una Città al livello dei migliori modelli Europei, che risponda ai migliori parametri in termini di servizi fondamentali, dalla pulizia alla sicurezza,  di qualità della vita, di compatibilità ambientale, di istruzione e di servizi sociali e sanitari. Sono le Città che adottano e perseguono questi standard, quelle che creano occasioni di lavoro in tutti i campi dello sviluppo economico. Savona ha fame di lavoro e questa deve essere la nostra prima preoccupazione. Ogni giorno faremo un passo in avanti verso questo obbiettivo, senza rimandare l’adozione di comportamenti e scelte coerenti con quel traguardo.

Il progetto 

Vi proponiamo un progetto, piuttosto che un programma fatto di impegni buoni solo per prendere un voto. Ci proponiamo di alzare complessivamente e contemporaneamente la qualità della nostra Città in tutte le sue articolazioni. Un progetto dinamico e flessibile, che ha lo scopo di costruire occasioni di lavoro e di sviluppo economico in sintonia con l’obbiettivo generale di Savona Città Europea e che propone a tutta la comunità, in tutte le sue articolazioni, ciascuno e tutti insieme, di lavorare per quell’obiettivo e di sentirsene protagonista, con iniziative e proposte coerenti. Per spiegarlo rimandiamo all’esempio dei vasi comunicanti. Se la Città è fatta di tanti cilindri potrà succedere che il livello di quello della cultura sia altissimo, ma se quello della gestione del traffico rimane ad un livello basso la percezione della Città sarà negativa. Sono tanti gli esempi che si possono fare . Il nostro obbiettivo è che nessun cilindro sia isolato e che tutta la Città, in tutte le sue articolazioni cresca di livello. I collegamenti che uniscono i cilindri sono la necessaria contaminazione di una Città che vuole crescere tutta e tutta insieme. I buoni amministratori sono espressi dalla Città, capaci di dialogare e lavorare in maniera orizzontale e trasversale con una visione ampia e di lungo periodo della città, senza dimenticare il quotidiano.

Qui di seguito alcune riflessioni, provocazioni e proposte progettuali da completare ed arricchire con un lavoro comune, aperti al contributo e alle competenze di tutti. Non pretendiamo di aver pensato a tutto, anzi e neppure di avere sempre ragione.  Speriamo invece che su questa visione si possano innestare nuove idee e proposte di lavoro da parte della nostra Comunità.

 

L’identità 

I savonesi hanno a cuore quello che capita alla loro città, anche più di quanto non appaia, e questo vale anche per coloro che sembrano, o sono  davvero, più distanti dalla vita pubblica. Le persone hanno bisogno di chiarezza, di semplicità, di dedizione e impegno, di futuro. C’è bisogno  di novità, di “andare oltre”, e insieme di concretezza e di esperienza, di capacità di fare. Abbiamo l’ambizione di rappresentare tutti. Vogliamo rappresentare la Città che vuole andare avanti, che crede in se stessa, che non ha più voglia di un passato fatto di mugugni. Il punto non è destra o sinistra come le abbiamo conosciute. Ma vecchio e nuovo, laddove il distinguo è sulla capacità di proposta, di superamento delle rendite di posizione, sulla coerenza dimostrata negli anni.  I coraggiosi oggi sono i tanti che di fronte alle incertezze sono disposti a sorridere e a impegnarsi per un futuro  che è già cominciato, consci delle difficoltà ma determinati a superarle: uguaglianza e pari opportunità per tutti sono il nostro metro. 

Patti chiari

Confermiamo che la squadra di governo sarà composta da coloro che riceveranno il consenso dei Cittadini e da persone rappresentative della Città. Non tecnici, per questo esistono già i Dirigenti comunali, ma Savonesi competenti. La squadra avrà una forte presenza femminile. Confermiamo che dalle  nomine di competenza dell’Amministrazione Comunale di Savona nei vari Enti saranno esclusi coloro che hanno avuto nel passato incarichi amministrativi nella Giunta comunale per conto del Partito Democratico.

In mare irato, in sùbita procella, invoco Te, nostra benigna stella 

La torretta è il simbolo di Savona e il porto parte decisiva della nostra identità. Il porto è uno dei fattori fondamentali della relazione tra Savona, il Nord ovest, l’Europa. La città abbraccia il porto: ha bisogno di sentirlo parte della propria identità e del proprio benessere. Savona condivide con Vado un sistema portuale e aree pregiate di retroporto. Per queste ragioni ci siamo opposti a soluzioni di governo delle autorità portuali che portino a decidere altrove come regolare il rapporto tra città e banchine e come utilizzare la ricchezza che si produce sul nostro territorio. Vedremo come si concluderà la discussione aperta con il ministero dei trasporti su questo punto. Noi però non intendiamo rinunciare al ruolo che il porto, il lavoro portuale, le opportunità economiche che porta con sé, hanno per la vita della città. Anche l’impatto delle attività portuali sull’ambiente e sulla vita urbana devono essere sorvegliati dalla comunità locale, e devono essere condivisi interventi che le rendano del tutto compatibili ed escludano quelle che non sono compatibili con l’idea generale di Città.

Passaggio a Nord-Ovest

Savona deve la sua grandezza al rapporto con il Piemonte, il Nord Ovest e da lì la Francia e l’Europa. Vogliamo riprendere con forza questo rapporto sviluppando sinergie nel campo della cultura, dell’agroalimentare, del turismo, della portualità e dell’industria. Occorre rinsaldare innanzitutto le tradizionali relazioni con la Val Bormida.

Savona e gli altri che altri non sono 

Nel rispetto delle autonomie locali, occorre ragionare più come area del Savonese e delle Bormide che come singoli Comuni. Solo in questo modo si possono mantenere e rilanciare i servizi pubblici e realizzare economie di scala nella gestione degli stessi. Più precisamente occorre costruire politiche comuni tra i sei Comuni della costa e quelli della Val Bormida. In particolare sulla promozione  territoriale e sulla cultura.

Alcuni assessorati hanno realizzato progetti coerenti: l’ Urbanistica con il protocollo Smart City, i Servizi sociali con il distretto socio sanitario, la Cultura con le iniziative legate al nuovo Museo della Ceramica e il sistema museale vetro/ ceramica, progetti che mettono a sistema le nostre eccellenze territoriali da Altare alla riviera, il  Turismo e sviluppo economico con le iniziative verso Alba e il Piemonte e l’avvio del lavoro di raccordo tra Costa Crociere e la Città. E’ stata invece  insufficiente la visione d’insieme e l’iniziativa su alcuni temi fondamentali: aziende partecipate – gestione del ciclo dei rifiuti – servizio idrico. Dobbiamo e vogliamo recuperare questi ritardi. Il Comune parteciperà ad ogni iniziativa tesa a rilanciare la presenza industriale nel comprensorio, anche se fuori dai propri confini. Sarà al fianco dei Lavoratori della Centrale di Vado Ligure e delle Istituzioni locali per assicurare la riconversione del sito e scongiurare la perdita ulteriore di posti di lavoro .

Il capitale umano

E’ il momento del coinvolgimento dei Cittadini e delle migliori intelligenze in un rapporto diretto tra Amministrazione Comunale e persone. Non è più il tempo delle rendite di posizione determinate da quello che si è fatto nel passato, perché questo impedisce e mortifica lo sviluppo di nuove energie.  Le persone hanno idee, progetti d’ impresa, speranze: vogliamo possano realizzarli liberamente, entro i limiti condivisi che ci saremo dati. Una esplosione di energia. Mai più ostacoli da parte dell’Amministrazione al fare. Mai più luoghi inaccessibili perché “abbiamo sempre fatto così”. Mai più nostalgia del passato. L’opportunità rappresentata dalla voglia delle persone di realizzare iniziative, proporre imprese, creare cultura e intrattenimento, è la nostra principale risorsa economica e sociale.

Gli stati generali 

Ogni anno, in preparazione del bilancio del Comune, l’Amministrazione darà conto ai Cittadini, direttamente, di come sono state utilizzate le risorse. Lo farà attraverso i social media,con gli strumenti messi disposizione della rete  e con Assemblee informative. I Cittadini potranno conoscere nel dettaglio ogni spesa e ogni entrata dell’Amministrazione. In quella occasione l’Amministrazione darà conto dello stato di avanzamento del progetto complessivo, illustrando le attività svolte da ogni singolo Assessore e settore. Una grande operazione di conoscenza, trasparenza e assunzione di responsabilità collettiva che produrrà idee, proposte e suggerimenti che saranno portate all’attenzione del Consiglio Comunale e della Giunta come base per la predisposizione delle attività future dell’Ente. Nel corso dell’anno saranno realizzati tavoli permanenti di confronto anche a livello di quartiere tra l’Amministrazione Comunale e le rappresentanze sociali ed economiche  allo scopo di confrontarsi continuamente sul progetto complessivo e sulle iniziative da intraprendere o da cambiare.

L’Amministrazione Comunale  

Il ruolo dell’Amministrazione Comunale sarà quello di favorire la libera iniziativa delle persone. Stiamo già predisponendo i progetti necessari per utilizzare i prossimi finanziamenti europei con l’obiettivo di recuperare il ritardo nell’applicazione delle nuove tecnologie e del digitale al funzionamento del Comune, degli altri Enti pubblici ed al rapporto con i Cittadini. Lo smart phone che molti savonesi tengono in tasca, il personal computer ormai presente in ogni casa, saranno il modo usuale con il quale connettersi con il Comune e gli altri Enti pubblici e risolvere le pratiche necessarie: dall’anagrafe al pagamento dei tributi, alle richieste di suolo pubblico, alla prenotazione di visite mediche e prestazioni specialistiche, coinvolgendo l’ASL e i medici di base. Per le persone non in grado di utilizzare questi strumenti, in collaborazione con le Associazioni di volontariato e della terza età, saranno predisposti degli sportelli di tutoraggio. Le reti pubbliche e le loro applicazioni saranno disponibili per i Cittadini che potranno utilizzarle per facilitare la propria libera iniziativa. Vogliamo uguale attenzione per i Cittadini, sia che abitino in centro sia nei quartieri. Le tasse si pagano ovunque allo stesso modo e quindi pulizia e gestione dei parcheggi per esempio, vanno  fatti  ovunque nello stesso modo.

L’intelligenza distribuita  

Le Città europee migliori hanno una straordinaria attenzione al sistema dell’istruzione. L’intelligenza distribuita ovvero l’idea che sia necessario un elevato livello di sapere e formazione per svolgere qualsiasi lavoro, dal barista al chirurgo, è uno dei nostri fondamentali obbiettivi. Noi siamo già oggi ad un livello elevato. Le nostre scuole funzionano molto bene. Ciò che ci proponiamo è che funzionino benissimo. Dai nidi fino al campus universitario, passando per la formazione permanente degli adulti, per la formazione in ambiti specifici come quella musicale e per l’alfabetizzazione e l’istruzione degli stranieri. La nuova Biblioteca in Palazzo della Rovere assolverà anche il compito di essere il luogo della formazione permanente degli adulti con collaborazioni tra pubblico e privato. Una zona ad alta intensità formativa.

Lo Sport 

Vogliamo potenziarne la funzione ludica e formativa, parte importante di un welfare moderno, coinvolgendo le Società sportive e le Associazioni dello sport non agonistico. Allo stesso tempo, deve essere riscoperta la funzione aggregante dello sport praticato al di fuori delle Società sportive in luoghi dove si possa fare sport in modo autonomo e gratuito. Chi corre e chi passeggia, chi legge un libro e chi gioca a basket o va sullo skateboard… queste persone devono poter convivere e possibilmente socializzare in una contaminazione virtuosa negli spazi pubblici. Occorre poi ragionare sul ruolo delle attività sportive per lo sviluppo e la valorizzazione della nostra città con idee, strategie e progetti operativi in grado di coinvolgere l’intero sistema socio-economico. Per fare un esempio il settore dell’outdoor può far sì che lo sport divenga anche volano turistico e quindi di sviluppo economico. La bellezza e la varietà del nostro territorio permettono di richiamare migliaia di appassionati sportivi e non, che potranno scegliere la nostra città come meta per i loro soggiorni.

Con i Giovani

Le azioni di sostegno alla straordinaria energia sviluppata dai giovani, sono elemento di sviluppo e motore di crescita. Bisogna proseguire sulla strada dell’ascolto, della costruzione di relazioni con i giovani per consolidare un patto di fiducia con le nuove generazioni. Bisogna continuare a promuovere l’intraprendenza e il protagonismo giovanile, possibilmente fornendo ai ragazzi occasioni di crescita e di lavoro dando loro la prospettiva di un futuro da coltivare e costruire insieme, pezzo dopo pezzo nella nostra città. L’Amministrazione dovrà proseguire nel fornire le condizioni migliori per dare ai ragazzi opportunità di sviluppo professionale e lavorativo, nel campo dell’industria culturale e in quella delicata fase di ponte tra la fine della fase formativa e l’inizio di quella lavorativa. Esistono in merito già esperienze positive che vanno fatte diventare sistemiche. Il Campus universitario dovrà diventare ancora più protagonista: aumentando i rapporti tra la vita degli studenti e la città e spingendo nelle relazioni tra formazione, ricerca e impresa.

Il turismo. Sul serio.

E’ ora di smetterla di sorridere quando si parla di Savona come città turistica. Noi abbiamo tutte le potenzialità per diventarlo se solo decidiamo di crederci e trattiamo l’argomento in maniera seria, approfondita, moderna. E dobbiamo farlo coordinandoci con gli altri Comuni del comprensorio. L’obiettivo di Savona Città europea ha nello sviluppo di queste attività uno dei suoi principali fattori. Così come nel passato siamo stati capaci di inventarci saldatori o tornitori, di sviluppare imprese nei settori industriali, così ora dobbiamo alzare la qualità e la modernità delle nostre attività turistiche. C’è bisogno di uno sforzo corale e generale e c’è bisogno di sapere come si fa, quali sono i comportamenti da adottare e quelli da abbandonare. C’è bisogno di ragionare su come allungare la stagione, perché non possiamo pensare di vivere solo sui tre mesi estivi. Abbiamo fatto molto in questi anni. Insieme alle Organizzazioni dei Commercianti e dei Pubblici esercizi abbiamo promosso iniziative importanti. E’ il momento di passare ad un approccio sistemico coinvolgendo in una pianificazione generale coloro che, a Savona e fuori Savona, hanno delle competenze. Anche in questo caso parte dei prossimi finanziamenti europei dovranno essere destinati a questo scopo.

Le spiagge

Abbiamo la spiaggia più lunga e profonda della Liguria. Solo che non si vede. L’obbiettivo di renderla visibile rompendo il muro che ne impedisce la vista tra Zinola e le Fornaci è uno dei primi obbiettivi del progetto di riqualificazione di Via Nizza. Altro problema urgente da risolvere è contrastare l’erosione nel tratto tra la foce del Letimbro e l’inizio di Via Nizza. Su questo abbiamo avviato una iniziativa nei confronti di Autorità portuale e Regione Liguria, posto che il progetto dei moli soffolti non ha dato risultati. C’è bisogno di un importante ripascimento della spiaggia ma c’è anche bisogno di sapere quali iniziative strutturali a difesa dell’arenile mettere in campo. Infine la decisione del Governo di annettere l’Autorità portuale di Savona a quella di Genova, tra le tante criticità, ha anche quella di avviare la riflessione se passare le spiagge alla competenza del Comune.

Il Priamar

La nuova Consulta del Priamar, totalmente ripensata, dovrà assolvere al compito di promuovere il Priamar ed il suo utilizzo a fini turistici e culturali, in un’ottica moderna e non del passato. Gli esempi sono molti, sia in Italia sia in Europa. Musei, Fortezze, luoghi storici sono oggi prima di tutto occasione di lavoro e di promozione delle Città che hanno la fortuna di possederli. Le Associazioni storiche vanno coinvolte nella selezione pubblica di giovani laureati in Storia, in Architettura conservativa, in Archeologia da affiancare ad esperti di promozione turistica, anche questi selezionati in modo trasparente, ai quali affidare  l’incarico di proporre forme di utilizzo nuove e innovative della Fortezza e anche una proposta di piano regolatore generale del suo utilizzo e degli interventi necessari per attuarlo. Le proposte episodiche, avulse da un disegno complessivo di utilizzo e rilancio non sono utili. Alla Soprintendenza il compito, previsto dalla Legge, di tutelare e conservare la Fortezza. A noi quello di promuoverne l’utilizzo per creare occasioni di lavoro per la Città nella cultura e nel turismo. Il piazzale sotto la Fortezza deve tornare nella disponibilità dell’Amministrazione comunale il più presto possibile.

Duri con l’insicurezza, duri con le cause dell’insicurezza 

È cresciuta la sensazione di insicurezza tra le persone. In alcuni casi, per esempio in quello dei furti nelle case o nei negozi, pur essendo occasionali, non si tratta solo di sensazione ma di realtà. E’ troppo facile affrontare il tema come se ci fossero da una parte Cittadini con atteggiamenti razzisti o xenofobi e dall’altra Cittadini evoluti e moderni. Non vogliamo che la nostra Comunità si divida su questo. Sarebbe  il miglior regalo che si fa  a coloro che sul problema costruiscono le loro fortune politiche. Il rispetto delle regole di convivenza civile e della legalità è un nostro obiettivo. Non intendiamo pertanto tollerare la crescita e la presenza del commercio abusivo, perché questo ingrassa le organizzazioni criminali che traggono benefici notevoli dallo sfruttamento delle persone che lo praticano. Intendiamo ripristinare i Vigili di quartiere e pertanto creare le condizioni per assumerne di nuovi, così come  intendiamo condividere con le altre forze dell’ordine un programma di presenza coordinata sul territorio, in particolare nei quartieri e sulla collina. Nell’utilizzo dei prossimi finanziamenti europei, destineremo parte delle risorse per installare videocamere nelle zone più sensibili della Città, coordinando il lavoro con gli operatori commerciali ed i privati che intendono utilizzare la videosorveglianza. Insieme a queste misure intendiamo confermare il tradizionale spirito di accoglienza e tolleranza della nostra Città. La nostra attenta presenza nella gestione dei profughi ha fatto sì che non si creassero le condizioni negative viste in altre Città. Infine, il ruolo della Città capoluogo impone anche la necessità di esercitare la Giustizia in luoghi funzionalmente confortevoli ed efficienti . Il problema di un nuovo Palazzo di Giustizia è  una delle questione non semplici da affrontare ma non è più rinviabile l’apertura di un confronto tra Comune, Ministero e operatori della Giustizia. Così come ci proponiamo di perseguire l’obbiettivo di una nuova struttura penitenziaria.

Contro la povertà. Al fianco dei poveri.

Si tratta di decidere in quale modello di Città vogliamo vivere: se in una comunità che cura l’interesse di chi ce la fa e lascia indietro le frange che non riescono a tenere il passo, oppure decide di includere anche coloro che possono e debbono trovare un sostegno al proprio malessere. Sono due modelli di welfare differenti: uno mira alla conservazione e al benessere progressivo di una componente della società, l’altro cerca di tenere insieme, nella consapevolezza che in questo modo il benessere va a reale vantaggio di tutti. Noi scegliamo il secondo. La pesante crisi economica di questi anni ha determinato un aumento della povertà anche tra coloro che fino a pochi anni fa ne erano al riparo. Assumere la povertà come criterio per le politiche di un territorio vuol dire allora pensare come gestire gli spazi urbani, la qualità dell’ambiente, la cultura e la formazione dei cittadini, i servizi a sostegno della famiglia, degli anziani o di altre categorie di persone, l’accessibilità di ciò che offre il territorio, la cura della salute e altro. Una società inclusiva deve tener presente chi non ce la fa. Abitare un territorio vuol dire avere la capacità di fare ognuno la propria parte, ricevendo servizi e risorse, ma anche offrendo presenza, interesse, cultura, solidarietà. In altre parole si tratta di mettere in atto quella sussidiarietà che supera la logica della delega e che investe decisamente nella promozione del singolo, dell’associazionismo e di tutte le forme di presa in carico e di risposta al bisogno. Occorre evitare la tentazione di cadere nella logica della delega, affidando a terzi servizi che competono alla pubblica amministrazione, legando l’affidamento alla minor spesa possibile. L’obbiettivo che ci poniamo è anche quello di evitare lo spreco vigilando che l’aiuto vada a chi ne ha veramente bisogno: un conto è però eliminare lo spreco, un conto abbassare la qualità della risposta al bisogno. Combattere la povertà vuol dire avere il coraggio di credere che chi si trova in difficoltà ce la possa fare: si tratta di aprire delle porte, piuttosto che chiuderle lasciando fuori il problema. Il male del povero è che spesso il bisogno ha il sopravvento e ci si resta imbrigliati dentro. La società è il luogo dove ci si prende carico di chi non ce la fa e non ce la potrà fare. Combattere la povertà infine assume anche la caratteristica di combattere la paura del diverso. Solo favorendo l’incontro e lo scambio tra le persone, le culture e le appartenenze diverse, evitando la chiusura in se stessi, si possono creare percorsi di integrazione e di promozione della democrazia e della socialità che mirino ad includere piuttosto che emarginare.

L’Ospedale per gli acuti, il territorio per la cura e la prevenzione. 

Nell’attesa che l’Amministrazione regionale e tutta la politica ligure, affrontino il tema della salute in modo europeo e moderno e non schiavo del consenso e degli interessi, siamo estremamente determinati a garantire la piena efficienza del nostro Ospedale e della presenza della sanità  pubblica sul territorio. Gli Ospedali vanno programmati come localizzazione e funzioni su scala regionale, avuto riguardo al bacino d’utenza che devono servire. Devono essere luoghi dove si trattano le acuzie, con grande attenzione alla medicina d’urgenza e una specializzazione delle attività. . Ospedali nei quali il paziente stia il meno possibile. Questo è il modo di renderli efficienti, ridurne i costi, alzare la qualità delle prestazioni. Per questa ragione poniamo l’obbiettivo di realizzare un nuovo Ospedale, con quelle caratteristiche, in una zona da individuare, tra i Comuni di Savona, Vado Ligure e Quiliano; baricentrico, servito dall’autostrada, a disposizione della Valle Bormida, in piano, raggiungibile facilmente. Proponiamo inoltre la creazione di un Polo della Salute pubblica nella zona degli Orti Folconi che concentri tutte le attività  di prevenzione, di cure specialistiche, di diagnostica. In centro, vicino alla Stazione e al Terminal autobus, con parcheggi e raggiungibile a piedi o in bicicletta. Vanno promosse infine, non solo a parole, l’assistenza domiciliare integrata e la telemedicina, valorizzando le competenze professionali esistenti, che sono il vero futuro dell’assistenza sanitaria. L’integrazione socio-sanitaria garantisce una ricaduta positiva sia sull’appropriatezza delle cure che la loro economicità. Contrasteremo ogni tentativo di impoverimento, attraverso la sottrazione di funzioni e servizi del nostro Ospedale e della nostra sanità  sul territorio, se attuato al di fuori di una condivisione con le Amministrazioni comunali della zona di un progetto per il futuro che garantisca l’effettiva possibilità  alle nostre strutture di operare al meglio .

La riconversione ecologica

Non c’è più bisogno di espandere fisicamente la Città. Confermiamo la scelta di rifare il Piano Urbanistico Comunale con l’obiettivo di eliminare le previsioni di nuove edificazione residenziale  sulle aree private e pubbliche  a verde, sia in Città che nella Collina. Confermiamo inoltre la volontà di ridurre di un terzo le previsioni di nuove edificazioni a carattere residenziale nelle aree private da riqualificare. Il nuovo PUC sarà uno strumento semplice, flessibile, di facile comprensione. Fisserà criteri ed obiettivi generali pubblici, il principale dei quali sarà la riqualificazione energetica ed ambientale. Supererà ogni concetto di destinazione d’uso con l’esclusione del solo residenziale. Se la Città fisica è infatti terminata nella sua estensione sul terreno, la Città viva resta un corpo vivo, è in continuo cambiamento, ed ha bisogno di cogliere con rapidità ogni iniziativa e progetto delle persone e delle imprese. La pianificazione, infatti, accoglierà e non ostacolerà le iniziative che persone e imprese vorranno realizzare. Ognuno saprà di trovare un’amministrazione aperta ed attenta a tutti i progetti che miglioreranno Savona perché avranno in sé l’attività privata e l’interesse pubblico, ricordando che l’attività privata è forza e che l’interesse pubblico, oltre alla dotazione di servizi, è anche bellezza del costruito. Il rapporto con Il Campus Universitario avrà al centro le tematiche dell’efficentamento energetico, dell’utilizzo delle energie alternative, della riduzione del traffico veicolare e del rilancio del trasporto pubblico con il coinvolgimento degli altri Comuni del comprensorio già individuati nel protocollo IT’S SMART .

A misura d’uomo 

Immaginiamo Savona come un giardino che si affaccia sul mare con una lunga passeggiata che da Albissola prosegue, ancora con gli artisti, fino alla darsena, in quel tratto si stacca nelle vallette di Via Scotto e di Via Turati per collegare la zona dell’ospedale, dell’Olivetta, di Valloria e di San Giacomo. Poi avvolge e attraversa il Priamar e, infine, ininterrotta ma con ampi spazi verdi sempre sul mare si congiunge con la passeggiata a mare di Vado, attraverso il progetto già definito di urbanizzazione di Via Nizza. Il giardino prende forza e dal Prolungamento si allunga lungo le due sponde del Letimbro. Dal mare collega i campetti del sacro Cuore, l’asilo delle “piramidi”, passa sotto i ponti per non perdere continuità (quando piove se ne farà a meno) si allarga di qua in Piazza del Popolo e di là negli Orti Folconi, arriva fino alla stazione da una parte e dall’altra parte arriva di nuovo al mare e alla darsena attraverso Via Paleocapa restituita al rango di Galleria commerciale della Città . Prosegue nei giardini delle Trincee, raggiungendo il cuore di Villapiana con una delle sue vie  pedonalizzate, che diventerà praticabile con la realizzazione di un nuovo parcheggio pubblico in struttura  in Via Falletti, e arriva fino a Lavagnola. Piazza del Popolo sarà la naturale conclusione di Via Paleocapa con grandi spazi pedonali ed edifici che completeranno la Piazza e attività commerciali e di servizio. Il mercato troverà ancora posto nella Piazza perché chiederemo ai proponenti di realizzare quote importanti di parcheggi pubblici. L’area degli Orti Folconi, servita dalla Stazione, dal Terminal autobus e dotata di grandi parcheggi, sarà l’area dedicata principalmente ai servizi pubblici, con lo spostamento degli ambulatori di Via Collodi e la realizzazione di una Casa della Salute per la diagnostica e le visite specialistiche, oltre che per la prevenzione. Nell’area delle Opere Sociali sarà creata una struttura per accogliere le persone anziane assicurando mini appartamenti dotati di servizi comuni e di possibilità di cura, che consentano una vita di relazione e allo stesso tempo la libertà individuale e la possibilità di coltivare le relazioni affettive. Il giardino interesserà piano piano tutta la città e si collegherà con il grande patrimonio dei coltivi e dei boschi estesi su tutto il territorio del comune. Il verde sarà sempre curato dall’Amministrazione Comunale, dai proprietari delle aree e con il contributo volontario dei Cittadini. Le costruzioni, pubbliche e private, che saranno nel giardino saranno ecosostenibili e saranno costruite con tecniche biocompatibili perché il giardino sarà il posto sicuro e confortevole dove vivere la città e sarà il manifesto per la città del futuro, che verrà invogliata a riqualificarsi. I percorsi che collegano tutta la città e il suo territorio saranno di due tipi: pedonali e veicolari e saranno distinti tra di loro il più possibile. I percorsi pedonali includono i percorsi ciclabili ed i percorsi del trasporto pubblico. Uniscono con una unica rete tutto il territorio comunale e si collegano con gli altri comuni. I percorsi veicolari penetrano nella città e nella campagna e trovano le necessarie aree di sosta, interferendo il meno possibile con gli altri percorsi, nelle aree di Corso Ricci dallo svincolo dell’Aurelia Bis, in Piazza del Popolo, negli Orti Folconi. Una volta realizzati questi obbiettivi sarà possibile prendere in esame la pedonalizzazione di parti del Centro ottocentesco, allo scopo di rilanciare le attività commerciali presenti e la qualità della zona.

La cultura : una provocazione per discutere

I Musei Civici hanno vissuto una stagione entusiasmante con la nascita dei due nuovi poli museali, il Pertini-Cuneo e il Museo della Ceramica. Su questa seconda eccellenza dobbiamo investire le nostre energie in futuro perchè il Museo d’Arte di Palazzo Gavotti sia sempre più un luogo della città vivo, un luogo di interscambio e approfondimento culturale, volano internazionale dell’appeal della città. Un duplice fronte quindi: da un lato quello del marketing territoriale in chiave turistica, dall’altro quello della maggiore correlazione della cultura allo sviluppo economico. Savona poi, oltre a tutta una serie di iniziative cosiddette minori di enorme importanza e oltre a un numero altissimo di associazioni culturali, ha un teatro di tradizione, un’associazione musicale che concretizza il suo impegno attraverso spettacoli musicali cameristici e sinfonici, una scuola di musica, un centro culturale in cui convergono cinema, musica e teatro. Nonostante l’importanza di progetti pensati per il coinvolgimento dei giovani e fatta eccezione per quelli rivolti direttamente alle scolaresche, gli spettacoli hanno un pubblico bloccato in una fascia di età matura. Negli ultimi anni bisogna dire che nonostante una riduzione delle risorse e una crisi che ha colpito quasi tutti i teatri italiani, il Chiabrera ha tenuto in termini numerici e la programmazione ha introdotto alcuni spunti innovativi. Posto che nessuno ha in mano la soluzione al problema, occorre affrontare di petto i problemi e non cullarsi nella possibilità di dare al pubblico ciò che il pubblico si aspetta. Il pubblico va scioccato, sorpreso, allontanato, incuriosito e così riconquistato. Solo in questo modo lo si porta davvero a quella maturazione per la quale la cultura diventa indispensabile. Non è un processo semplice ma per condurlo occorre cominciare subito: piantare adesso il seme e cominciare proprio scardinando dal savonese l’idea che ciò che si fa qui non ha il medesimo valore di ciò che avviene altrove. Nessun giornale nazionale presta attenzione a una replica uguale a mille altre. Ma se Savona credesse in se stessa e se noi sentissimo l’orgoglio di dire “io sono Savonese perché a Savona si fa questa cosa e questa cosa non si fa in nessun altro posto del mondo, se vuoi te la vendiamo, oppure vieni qui a vederla perché noi non siamo gli spettatori ma siamo quelli che lo spettacolo lo fanno”; se così fosse, il nostro orgoglio cittadino crescerebbe tanto che essere parte di questo cambiamento sarebbe esaltante quanto vitale. Savona è piena di talenti, ha giovani che hanno idee, ha progetti, ha voglia di fare. Proviamo insieme a credere in tutto questo per far nascere qui qualcosa di unico. Perché noi non possiamo accontentarci di essere una Genova o una Torino in sedicesimo, perché non lo saremo mai. Dunque, possiamo solo aspirare ad essere noi stessi, ma unici ed irripetibili. Oggi la via non può più essere esclusivamente accontentare il pubblico esistente: dobbiamo cercare anche altri tipi di pubblico. Noi siamo quelli del dopo. Le ricostruzioni sono sempre molto faticose, ma l’alternativa è il lento consumarsi. Puntare sul produrre cultura mette in moto idee e freschezza, crea potenzialmente occasioni di lavoro. Rende felici.

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Lunedì 21 marzo, ti aspetto http://www.livioditullio.it/lunedi-21-marzo-ti-aspetto/ Sun, 13 Mar 2016 09:41:35 +0000 http://www.livioditullio.it/?p=3276 Lunedì 21 marzo ti aspetto alle 20.30 nella splendida cornice di Villa Cambiaso in via Torino per raccontare il nostro progetto sulla Città che amiamo e che viviamo ogni giorno. Noi siamo Savona, tutti assieme.

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Lunedì 21 marzo ti aspetto alle 20.30 nella splendida cornice di Villa Cambiaso in via Torino per raccontare il nostro progetto sulla Città che amiamo e che viviamo ogni giorno. Noi siamo Savona, tutti assieme.

21 marzo

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Priamar, occasione di lavoro e di promozione della Città http://www.livioditullio.it/priamar-occasione-di-lavoro-e-di-promozione-della-citta/ Sat, 12 Mar 2016 09:29:02 +0000 http://www.livioditullio.it/?p=3274 La decisione dei rappresentanti delle storiche associazioni cittadine di dimettersi dalla Consulta per il Priamar non può che provocare dispiacere. Tuttavia il gesto compiuto può diventare una occasione per riflettere su questa importante Istituzione cittadina e sull’oggetto principale della sua attività ovvero la Fortezza del Priamar. Penso che la nuova Consulta del Priamar, totalmente ripensata, […]

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La decisione dei rappresentanti delle storiche associazioni cittadine di dimettersi dalla Consulta per il Priamar non può che provocare dispiacere. Tuttavia il gesto compiuto può diventare una occasione per riflettere su questa importante Istituzione cittadina e sull’oggetto principale della sua attività ovvero la Fortezza del Priamar.
Penso che la nuova Consulta del Priamar, totalmente ripensata, debba assolvere il compito di promuovere il Priamar ed il suo utilizzo a fini turistici e culturali in un’ottica moderna e non del passato. Gli esempi sono molti , sia in Italia sia in Europa. Musei, Fortezze, luoghi storici sono oggi prima di tutto occasione di lavoro e di promozione delle Città che hanno la fortuna di possederli.
Se diventassi il Sindaco coinvolgerei le Associazioni storiche nella selezione pubblica di giovani laureati in Storia, in Architettura conservativa, in Archeologia da affiancare ad esperti di promozione turistica, anche questi selezionati in modo trasparente ai quali affiderei l’incarico di proporre forme di utilizzo nuove e innovative della Fortezza e anche una proposta di piano regolatore generale del suo utilizzo e degli interventi necessari per attuarlo.
Nel nostro Paese la tutela e la conservazione dei beni storici ed architettonici è affidata alle Sovraintendenze che, per Legge, hanno il compito di assicurare che l’utilizzo di quei beni sia rispettoso degli stessi. Spesso capita che i Pubblici amministratori si trovino in dissenso con questi organi dello Stato, però ritengo che sia giusto dover sottostare al loro giudizio. Del resto, nella mia esperienza, ho potuto constatare che con le Sovraintendenze è possibile trovare soluzioni importanti e condivise, proprio nel caso del Priamar, penso per esempio alla bellissima Sala della Sibilla o alla passerella a mare di prossima realizzazione.
Dunque chi si occupa di conservare c’è già. Compito del Comune e delle Istituzioni savonesi è invece di promuovere l’utilizzo della Fortezza per creare occasioni di lavoro della Città nei settori della cultura e del turismo.

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“Cara Cristina, …” lettera aperta http://www.livioditullio.it/cara-cristina-lettera-aperta/ Thu, 03 Mar 2016 09:08:04 +0000 http://www.livioditullio.it/?p=3269 Riporto qui la lettera aperta a Cristina Battaglia riportata dai giornali questa mattina. Titolo e commenti inseriti negli articoli fanno parte della libera interpretazione giornalistica . Cara Cristina, penso che le primarie siano una occasione per la Città. Abbiamo consegnato ai Cittadini la possibilità di decidere il Candidato Sindaco e di iniziare a discutere davvero […]

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Riporto qui la lettera aperta a Cristina Battaglia riportata dai giornali questa mattina. Titolo e commenti inseriti negli articoli fanno parte della libera interpretazione giornalistica .

Cara Cristina,

penso che le primarie siano una occasione per la Città. Abbiamo consegnato ai Cittadini la possibilità di decidere il Candidato Sindaco e di iniziare a discutere davvero sulle idee e i progetti per il futuro di Savona.
E’ stato un percorso difficile: i tuoi sostenitori, coloro che stanno ai vertici del PD provinciale, pensavano di imporre la Tua candidatura senza le primarie, senza tenere conto dello spirito e della lettera dello Statuto del PD e delle indicazioni del nostro Segretario Nazionale.

Alla fine, grazie alla resistenza e alla determinazione di molti savonesi, hanno dovuto convenire che quella delle primarie sarebbe stata la strada da seguire, rispettosa delle regole che ci siamo dati: regole non inventate qui a Savona, ma valide in tutta Italia. Ho apprezzato moltissimo che Tu abbia cambiato idea e Ti sia resa disponibile a partecipare alle primarie.

Ora sta a noi due, ed eventualmente ad altri, fare sì che questa diventi un’occasione di confronto positivo sul merito delle idee e delle proposte. Perché ciò accada occorre, innanzitutto, riconoscere da subito la buona fede reciproca.

Leggo che Ti presenti come estranea alla politica, quasi come se la politica fosse il male assoluto. La politica è invece il bene assoluto, quello che dà valore alla dimensione collettiva ed alle persone come parte di una comunità responsabile; sono i singoli, con i loro comportamenti, che possono rovinarla. Sono orgoglioso del mio impegno politico, della mia storia e del fatto che in tanti anni di lavoro nella mia Città non ci sia, sulla mia onestà, nemmeno un sussurro.

Non capisco perché Tu debba avere una sorta di pudore nel citare il Tuo impegno politico. Prima nella Segreteria regionale del PD, poi come sostenitrice impegnata e appassionata di candidati genovesi, infine con incarichi pubblici ricevuti direttamente, anche in ragione delle Tue indubbie competenze. Hai sempre svolto gli incarichi ricevuti con dedizione ed impegno, ma non sei estranea alla politica.

Leggo anche che trovi aberrante nella politica la promessa di posti. Sono molto d’accordo con Te. La resistenza che ho incontrato nei miei confronti da parte dei vertici del PD deriva proprio da questo. Non ho accettato compromessi “che mettono a posto tutti”, né garantito niente a nessuno: semmai il contrario.

Ne approfitto per fare una proposta. Prendiamo l’impegno che nessuno di coloro che militano nel PD e che hanno ricoperto nel passato incarichi amministrativi nel Comune di Savona verranno riciclati in altri incarichi pubblici, quelli che li hanno già verranno sostituiti, e che gli attuali Assessori del PD entreranno in Giunta solo se riceveranno i consensi necessari dagli elettori. Io prendo questo impegno.

Infine, molte delle azioni ed interventi che proponi per Savona o li stiamo realizzando come Amministrazione uscente, o li abbiamo messi in cantiere, oppure fanno parte delle proposte che, insieme ad altri, stiamo costruendo con i Cittadini. E’ importante. Al di là della competizione, al di là di chi vince e chi perde, vuol dire che abbiamo un cammino comune di fronte.

Con Stima Livio di Tullio

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Intervista cattiva di Alessandra Zacco http://www.livioditullio.it/intervista-cattiva-di-alessandra-zacco/ Sun, 28 Feb 2016 22:32:02 +0000 http://www.livioditullio.it/?p=3259 Alessandra Zacco Giornalista free lance mi ha intervistato: In vista della sfida delle Primarie di Savona per la candidatura a sindaco una lunga intervista, fatta di sole domande “cattive”, a Livio Di Tullio I suoi “nemici” dicono che desidera candidarsi a sindaco perché al termine dell’attuale mandato potrebbe rimanere senza lavoro? Per la verità sono […]

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Alessandra Zacco Giornalista free lance mi ha intervistato:

In vista della sfida delle Primarie di Savona per la candidatura a sindaco una lunga intervista, fatta di sole domande “cattive”, a Livio Di Tullio

I suoi “nemici” dicono che desidera candidarsi a sindaco perché al termine dell’attuale mandato potrebbe rimanere senza lavoro?

Per la verità sono e resto funzionario della Camera del Lavoro di Savona, in distacco per incarichi amministrativi. Quindi, non dovessi più avere un ruolo in Comune, torno alla mia occupazione. Il fatto di aver sempre potuto contare su di un impiego alternativo rispetto alla politica mi ha permesso di essere libero come amministratore pubblico. Una certezza che mi ha sempre dato grande serenità perché mi ha consentito di dire di sì o di no in base alle mie reali convinzioni.

E’ vero che lei ha solo la licenza media?

E’ falso. Ho frequentato le Industriali fino al quarto anno. Poi sono andato a lavorare ma mi sono diplomato da privatista. Quindi, si tratta di una polemica pretestuosa, degna del livello di chi la fa: “figli di papà” che si professano di sinistra, ma usano argomentazioni snob dimenticando che uomini del passato e del presente hanno fatto grandi cose pur avendo solo la quinta elementare.

Può chiarire la sua posizione dentro il PD?

Non ho mai fatto parte di una corrente organizzata del Pd. Non riesco ad irreggimentarmi anche se a volte, com’è avvenuto, ho scelto un segretario piuttosto che un altro. Non appartengo alla corrente Renziana ma penso che il Governo stia lavorando bene. Ci sono cose che condivido pienamente, altre sulle quali non sono d’accordo ma nel complesso e nella situazione difficile che attraversa il nostro Paese penso sia positivo che vada avanti.

Ho valori politici di riferimento tipici della sinistra riformista europea e cerco di essere coerente. Le sinistre in Italia e in Europa sono in crisi perché han perso di vista due fondamentali concetti di base: Democrazia e Uguaglianza.

Si spieghi meglio.

Un esempio: tutti desideriamo un’Europa unita, ma non abbiamo il diritto e la possibilità di scegliere il Governo europeo attraverso il voto. Se la politica dell’austerità che sta strangolando il nostro Paese e tanti altri fosse frutto di un governo eletto direttamente dai cittadini degli Stati membri, potremmo contestarne i metodi e le scelte ma il principio democratico sarebbe salvo.

Invece, la vita peggiora e non abbiamo strumenti per esprimere la nostra opinione, se non votare Governi nazionali che al massimo possono “aggiustare” le scelte imposte. Per me questa è la fine della democrazia ed è ciò che rende la politica inutile anche a livello nazionale perché oggi, se si vuol restare in Europa, si può andare solo in una direzione, quella imposta dalla Troika.

Quando molti cittadini dicono che non vanno a votare perché tanto non cambia nulla, fanno una cosa sbagliata partendo da un problema concreto.

L’altro tema è quello dell’Uguaglianza.

Le politiche dell’austerità europea hanno provocato un’ingiusta distribuzione del costo da pagare per tenere i “conti in ordine”. Penso sia corretto che il nostro Paese riduca il debito pubblico ma vedo che una piccola minoranza diventa sempre più ricca e una grande maggioranza fa sempre più fatica a stare in piedi. Se le persone devono rinunciare, in nome dell’Europa, all’ultimo modello di telefonino pazienza, ma se non mandano i figli all’Università perché non se lo possono più permettere, non solo non è giusto ma è negativo e controproducente per la crescita del Paese.

Secondo lei il successo del Movimento 5 Stelle e l’aumento dell’assenteismo elettorale possono derivare, anche, da questo modello d’Europa?

Certo. Se le persone non trovano una forza che con chiarezza affronta questi temi; se non si riconoscono in una classe politica che con coerenza persegue l’uguaglianza, almeno a livello nazionale e locale, mi pare naturale che vinca la protesta. Per battere il M5S e l’astensionismo basta solo essere onesti, combattere e rinunciare ai privilegi a partire dalla politica e dall’apparato statale dei Ministeri e delle Regioni, vere palle al piede del nostro Paese.

Intende dire che il “Pubblico” è paralizzante e troppo costoso?

Se per Pubblico intendiamo insegnanti, infermieri, poliziotti, dipendenti comunali, certamente no perché si tratta di eroi considerati gli stipendi che percepiscono e le responsabilità che hanno. Sopra di loro, però, si può tagliare tantissimo e si devono pretendere assunzione di responsabilità ed efficienza come nel privato. Lei è mai andata in Regione Liguria?

Qualche volta.

Ecco, basterebbe portare i cittadini una volta ogni tanto “in gita” dentro gli Uffici della Regione Liguria oppure in un Ministero a Roma. Resterebbero stupiti dalla quantità di Dirigenti pubblici ben pagati che non hanno nulla da dirigere, ma che per dimostrare che servono a qualcosa intralciano il lavoro di chi vuole darsi da fare per il bene della comunità.

Sulla sua pagina Facebook, non appena annunciata la decisione a correre per il ruolo di sindaco, ho letto inviti espliciti a desistere, fare un passo indietro, lasciare posto alle donne o comunque ad altri protagonisti e a non polemizzare coi vertici. Cosa risponde?

Innanzitutto, che non provo alcun risentimento verso coloro che non intendono sostenermi. In secondo luogo direi che il bello del PD è che se una persona decide di candidarsi e trova, dentro determinate regole, il sostegno degli altri iscritti lo può fare. E’ finito il tempo nel quale i candidati sindaci li sceglievano in 4 o 5. Le Primarie sono il metodo ordinario, non straordinario, di esercitare la democrazia interna. Se poi ne abbiamo paura alla luce del disastro delle Regionali dell’anno scorso, rispondo che non si può togliere un’opportunità alle persone perché noi – me compreso – abbiamo fatto un pasticcio. Comunque vada, ho detto e ribadisco che se perdo le Primarie darò una mano a chi le vincerà. I vertici del PD locale avevano un’altra idea: non consultare i cittadini e imporre una candidata, non ci sono riusciti.

Sulle donne ?

Essere un buon sindaco, ovviamente, prescinde dal sesso di appartenenza.

Io avrei visto bene la candidatura di Isabella Sorgini (attuale assessore alla Promozione sociale, casa, scuola, sanità, pari opportunità, ndr). Sarei stato felice di lasciarle spazio e mettermi a sua disposizione. Lei ha preferito non presentarsi e sostenermi. In ogni caso, chi non voleva me, non voleva neppure Isabella. La vera capacità di un politico è promuovere le persone e offrire loro delle opportunità. Io, nei confronti delle colleghe donne, l’ho sempre fatto: ho sostenuto Anna Giacobbe come parlamentare, Barbara Pasquali come segretaria cittadina del PD, la Sorgini come assessore.

Alla fine, però, i suoi avversari interni hanno scelto proprio una donna per contrastarla alle Primarie, un elemento di novità e discontinuità rispetto alla candidatura di Berruti.

Ho molta stima di Cristina Battaglia che ho conosciuto come dirigente della Regione Liguria. Come lei stessa ha sinceramente ammesso, non pensava di candidarsi a sindaco di Savona. Vive da anni a Genova e non penso che conosca quanto siamo cambiati e quante siano le potenzialità della nostra città. Che lei sia una novità è vero. Si tratterà di vedere se sarà una novità positiva o negativa e questo dipenderà dalla sua capacità di proporre progetti concreti per la città.

La discontinuità rispetto a Berruti invece non la vedo. E’ Federico Berruti che l’ha scelta ed è stato confermato sulla stampa dagli stessi protagonisti. Non mi pare una bella cosa visto che si è anche tentato d’imporla senza Primarie. Quando un sindaco uscente sceglie il suo successore, la continuità è evidente.

Evviva. Finalmente una nota polemica!

Se uno racconta quel che è successo non fa polemica. Sono loro ad aver detto che le cose sono andate così, non io. Comunque, per quanto mi riguarda, la “polemica” finisce qui.

L’edilizia del Crescent, nelle aree ex Italsider, ha dato “notorietà” nazionale a Savona (e al partito che l’ha governata negli ultimi decenni) come uno dei Comuni più sensibili al fascino degli immobiliaristi. Mi racconta brevemente com’è andata?

Penso che si confonda un fenomeno che ha coinvolto Europa e Stati Uniti, ovvero la fine dell’industria pesante e in particolare della produzione dell’acciaio, come un fatto meramente locale. Ovunque si sono verificati fatti analoghi a quelli di Savona e ovunque le aree industriali dismesse sono state riconvertite ad utilizzi residenziali o commerciali. La differenza vera tra l’Italia e gli altri Paesi europei è che da noi importanti aree sono state vendute dallo Stato ai privati per fare cassa e tappare i buchi. A Savona sono state cedute quelle di proprietà Italsider, l’area dell’ex stazione e dell’ex Metalmetron. In altri Paesi europei, lo Stato ha saputo conservare gran parte delle aree dismesse e riutilizzarle per finalità pubbliche.

Ma la teoria in base alla quale il fallimento della fabbrica sia stato pilotato ad arte per far posto all’edilizia privata?

E’ una teoria priva di fondamento dimostrata dal fatto che l’indagine della Magistratura è stata archiviata. Aggiungo che non c’era relazione tra le aree di proprietà Italsider – che l’Italsider, vendette ad Orsa 2000 per realizzare abitazioni tra la ferrovia e le terrazzette – e le aree di proprietà demaniale gestite dall’Ente Porto che a sua volta le aveva storicamente concesse ad Italsider. OMSAV doveva continuare l’attività industriale nelle aree demaniali – quelle tra la ferrovia e il mare – e sicuramente c’era un interesse di Aldo Dellepiane a subentrare nella gestione di OMSAV che in quel momento era in crisi e non poteva proseguire l’attività industriale.

Però si accusa Dellepiane di aver sapientemente provocato il fallimento di OMSAV.

A mio parere Dellepiane non aveva alcun interesse a far fallire OMSAV e non per motivi sentimentali o perché fosse un benefattore ma perché subentrare in OMSAV e farla funzionare era un ottimo affare visto che era una delle più belle officine meccaniche d’Italia a filo di banchina, dove si potevano realizzare manufatti di dimensioni non realizzabili in altri luoghi. Inoltre essendo anche socio in ORSA 2000, credo sapesse bene che il fallimento avrebbe rallentato l’operazione di riconversione edilizia come poi, in effetti, accadde. OMSAV è fallita perché gli istituti bancari creditori hanno pensato di recuperare di più da un fallimento che da una prosecuzione dell’attività, attraverso un concordato che avrebbe tagliato i loro crediti.

E la storia in base alla quale fu lei, in veste di sindacalista, a chiedere ai lavoratori di investire il TFR nella nuova azienda promessa da Dellepiane ?

Poco prima che le banche rifiutassero la proposta di concordato avanzata da Dellepiane, poiché io ponevo la condizione che assumesse in OMSAV tutti i lavoratori, mi fu detto che sarebbero stati assunti a patto che anche loro dimostrassero di credere nella nuova azienda. La proposta non mi convinceva ma era comunque giusto portarla all’attenzione dei lavoratori che a stragrande maggioranza la respinsero. La fabbrica fallì poco dopo ma certamente non per quella risposta negativa.

Si accusano anche la CGIL e l’allora segretario Giancarlo Pinotti di aver tramato con Dellepiane per farsi regalare, o comunque pagare poco, la sede in via Boito del Circolo ricreativo dei lavoratori dello stabilimento, che ancora oggi è della CGIL.

Questa è l’unica cattiveria riferita al passato che mi ferisce profondamente perché coinvolge un uomo onesto e perbene come Gian, che non si può difendere perché è mancato molto tempo fa.

L’ILVA gestione immobiliare aveva deciso di vendere la sede del dopolavoro. La propose ai soci della SMS interna che ne rifiutarono l’acquisto. Allora Gian si fece avanti e propose di acquistarla insieme a CISL e UIL. Gli altri due sindacati non si resero disponibili perché la ritenevano troppo piccola per tutte e tre le Organizzazioni. A quel punto Pinotti decise di acquistarla come CGIL e fu regolarmente pagata per il valore di allora. Anche su questo non ci fu alcun rilievo da parte della Magistratura.

Dopo il fallimento dell’OMSAV cosa successe agli operai e alla fabbrica?

Non furono momenti facili ma alla fine lavorammo per trovare una soluzione accettabile. Alcuni rientrarono nei programmi di prepensionamento; altri iniziarono a svolgere Lavori Socialmente Utili negli Enti Locali della zona, posti che furono poi trasformati in contratti a tempo indeterminato; altri furono assunti in aziende del territorio. Per strada non rimase nessuno. I capannoni industriali destinati alla fabbrica ci sono ancora e li utilizza il Porto.

Lei cosa pensava dell’operazione immobiliare sulle aree vendute ai privati?

Ero contrario. Non per motivi ideologici ma perché pensavo che portare delle residenze a ridosso di un’area portuale/industriale avrebbe penalizzato quest’ultima. Detto questo, e tornando al 2016, direi che il tema è ormai argomento per gli storici. Non so quanto sia interessante, ad esempio per i giovani che frequentano abitualmente la Darsena così com’è oggi, una discussione che va avanti dal 1994. Chi la fa ancora mi ricorda quei soldati giapponesi che continuarono a combattere per anni, anche dopo la fine della guerra.

In quell’area, se non ricordo male, c’erano 130 mila mq destinati ad attività produttive, 100 mila sono rimasti tali e li utilizza il Porto. Gli altri 30 mila sono stati oggetto di una riqualificazione residenziale che, insieme ad altre, ha riconvertito aree tradizionalmente destinate all’industria. A me non piaceva ma è da stupidi non riconoscere che ora quella zona, insieme alla vecchia darsena, è più bella e vivibile di prima, così come è positivo aver riqualificato le aree intorno al Priamar e davanti al Brandale. Ricordo bene com’erano. Non c’è dubbio che oggi siano notevolmente migliorate.

Ma non è finita: si dice che lei e Berruti abbiate autorizzato un nuovo palazzo, Il Crescent 2

Anche questo non corrisponde a verità. Il Crescent 2 fu approvato nell’ambito dello stesso progetto che autorizzò il primo Crescent. Da progetto iniziale avrebbe dovuto ospitare una Residenza Turistico Alberghiera e alcuni uffici. I proprietari, però, desiderano realizzare altre abitazioni.

L’opinione di Berruti e anche la mia è che, considerato che il volume comunque si farà, sia opportuno concedere loro il cambio di destinazione d’uso esigendo ricadute pubbliche che diversamente non avremmo e che ci consentano, in cambio, di realizzare opere pubbliche quali: la ristrutturazione dell’Ostello della Gioventù sul Priamar chiuso da anni; il recupero del fossato del Priamar; l’acquisto da parte dei proponenti di appartamenti in città da girare in proprietà al Comune per destinarli alle persone che non si possono permettere un affitto da libero mercato.

Le dispiace d’essere dipinto come un “palazzinaro” speculatore edilizio?

Chi lo dice non sa di cosa parla. L’amministrazione Berruti, con me assessore all’Urbanistica, non ha fatto speculazioni edilizie. Anzi. Ha ridotto i volumi, in particolare quelli residenziali e sulle aree verdi. Su questo argomento come su quello della fine dell’industria pesante, si confondono fenomeni economici internazionali con peculiarità locali.

Chi ci critica prima di tutto non studia. La bolla speculativa immobiliare è stata un fenomeno economico internazionale degli ultimi vent’anni che, nel recente passato, ha determinato anche a Savona una crescita ingiustificata del valore degli immobili con conseguente spinta a costruire, anche se in misura minore rispetto ad altre città. Noi, semmai, tale spinta l’abbiamo contrastata anche se ha avuto inizio prima che entrassimo in Comune. E’ stata una specie di morfina che ha drogato il sistema, facendo girare ricchezza finta. Ora è finita. Ha prodotto molti danni e siamo passati da un eccesso all’altro. Il nostro solo obiettivo era ed è favorire la riconversione ecologica del patrimonio immobiliare esistente e recuperare al meglio le aree dismesse.

Parliamo di Tirreno Power. Lei sa, vero, che il PD è accusato di connivenza con l’azienda?

Le responsabilità dell’azienda sulla situazione che si è venuta a creare sono gravissime. Costoro avevano acquistato da una società pubblica come l’ ENEL una centrale sulla quale erano stati fatti importanti investimenti in tecnologia e da allora hanno solo “spremuto” gli impianti senza fare interventi per ridurne l’inquinamento. Tutte le amministrazioni che si sono succedute a Vado e Quiliano hanno incessantemente chiesto al ministero dell’Ambiente di intervenire ma hanno sempre trovato un muro di gomma che ha consentito all’azienda di continuare a fare quello che voleva. I nostri Amministratori sono vittime non complici di Tirreno Power.

Sul potenziamento proposto da Tirreno Power eravate d’accordo?

No. Abbiamo sempre sostenuto che si dovevano rifare totalmente i gruppi esistenti. Questo avrebbe consentito di avere maggiore produzione e minore inquinamento. Fu il centrodestra a sostenere la proposta di Tirreno Power. Quando poi è arrivata la crisi, la proprietà ha rinunciato ad investire e ha proposto interventi tampone che servivano solo a sfruttare ancora un po’ l’impianto per poi chiuderlo definitivamente. Il risultato di queste scelte è sotto gli occhi di tutti.

Il PD, di conseguenza, è anche accusato di essere responsabile dei morti causati dalla centrale.

Non un singolo amministratore pubblico dei Comuni di Vado e Quiliano è stato mai informato dagli organismi pubblici preposti ufficialmente alla tutela della salute, del fatto che la produzione della Centrale causasse decessi. Un sindaco non può ordinare la chiusura di un impianto senza dati certi ed inoppugnabili alla mano. A farlo è stata poi la Procura incaricando dei periti. Al termine del processo penale, che prima o poi si farà, scopriremo tutta la verità e le effettive responsabilità.

La sua opinione sulla produzione di energia elettrica con il carbone?

Credo che la ricerca tecnologica consentirà nei prossimi vent’anni di abbandonare questo tipo di produzione. Ritengo sia stato un errore consentire in Italia la privatizzazione della produzione dell’energia elettrica perché produrre da carbone è altamente inquinante e solo il pubblico può garantire che questa produzione venga svolta con la massima attenzione all’Ambiente e alla salute dei cittadini, piuttosto che al profitto. I governi di centrosinistra hanno fatto tantissimo nel campo dello sviluppo delle energie rinnovabili e del risparmio energetico. Dubito che la centrale di Vado Ligure riprenderà a produrre a carbone. Troppo alti i costi d’investimento necessari rispetto ai profitti attesi. Ma è una mia opinione. La sfida che a questo punto si apre è sulla riconversione del sito, sulla bonifica delle aree e sulla creazione di nuovi posti di lavoro.

Tornando a Savona e alla tutela ambientale parliamo di Bitume e fumi delle navi Costa.

La questione Bitume nasce tra il primo e il secondo mandato del sindaco Berruti, quando io ero segretario provinciale del PD, quindi fuori dall’amministrazione comunale. Il problema è stato sottovalutato perché un deposito di Bitume lì non può stare. Quando il problema è emerso me ne sono occupato incaricando il mio settore di svolgere un’indagine approfondita. E’ risultato con chiarezza che il Piano Regolatore Portuale non prevede depositi di prodotti petroliferi in quella zona. Quindi, c’è stato un errore da parte dell’Autorità portuale che in veste di responsabile del procedimento doveva verificarne gli aspetti.

Detto ciò, quell’impianto messo lì non va bene non tanto perché sia pericoloso di per sé – il Bitume non è essenza di menta ma nemmeno plutonio – ma perché oltre al rischio di emanazione di odori sgradevoli comporta un notevole aumento del traffico su gomma e per avere 6/7 nuovi posti di lavoro, non mi sembra opportuno stravolgere una realtà che, tra l’altro, registra la presenza di un elevato numero di croceristi e di cittadini. Ormai il nostro futuro è nel turismo e le attività portuali, alle quali non intendiamo rinunciare, devono essere necessariamente compatibili con questa vocazione.

I fumi delle navi da crociera?

Per quanto riguarda i fumi delle Costa il problema non è di facile soluzione: da una parte c’è l’indubbio vantaggio turistico ed economico per la città di avere una nave da crociera che attracca in pieno centro storico; dall’altra ci sono le emissioni che disturbano i residenti in darsena.

Al solito corriamo il rischio di mettere l’ambiente contro il lavoro. L’obiettivo è rendere compatibile la presenza delle navi con la vita dei savonesi perché non possiamo rinunciare ai posti di lavoro prodotti dalla Costa Crociere. Non sono problemi che si risolvono dalla sera alla mattina, ma solo con impegno e confronto continui. Soprattutto si dovrebbero risolvere con nuove norme a livello nazionale ed europeo perché il mercato delle crociere è caratterizzato da una forte concorrenza internazionale. In pratica, se in un porto per farci scalo devi avere dei costi aggiuntivi rispetto ai concorrenti è inevitabile che le grandi compagnie si spostino alla ricerca di soluzioni meno costose. Tuttavia, è possibile intervenire e migliorare notevolmente la situazione rispetto ad ora. Finora, nel mio ruolo, non ho potuto dedicarmi approfonditamente alla questione, ma è mia intenzione farlo nel caso in cui dovessi essere eletto sindaco.

Alla luce dei fatti elencati fin qui, molti accusano l’amministrazione Berruti e più in generale il Pd di aver tralasciato con troppa leggerezza ambiente e salute dei cittadini.

Non è così. Quello che è vero è che sui Comuni si scaricano tutti i problemi ambientali anche quando questi non hanno voce in capitolo. Il mio obiettivo sarà di occuparmi in maniera puntuale e decisa di questi aspetti, anche se altri Enti mi spiegheranno che non sono di nostra competenza. Dovessi vincere, il prossimo assessore all’Ambiente non sarà una figura politica ma un tecnico di competenze elevate ed indiscutibili. La tutela dell’ambiente, la gestione dei rischi idrogeologici, il tema dei rifiuti non sono questioni di destra o di sinistra, ma riguardano tutti. Si tratta di obiettivi trasversali che bisogna perseguire a prescindere dal colore politico perché la qualità ambientale è uno degli elementi decisivi nello sviluppo di una città, specie se a vocazione turistica.

Lei ha più volte detto che il suo progetto per Savona è rivolto a tutti i cittadini. Anche a quelli che votano a destra o Movimento 5 Stelle. Conferma?

Sono un uomo di sinistra. Tutti lo sanno. I miei ideali e i miei valori non mi hanno però mai impedito di parlare con chiunque. Io non ho mai chiesto ad un cittadino che cosa votasse. Ho ascoltato quello che voleva dirmi e propormi e se pensavo fosse una buona idea per la città o fosse una cosa giusta, ha avuto il mio sostegno. Non farò mai alleanze con forze politiche fuori dal centro sinistra ma le persone sono un’altra cosa. Io propongo un progetto per la città, se una persona è d’accordo e vuole contribuire per me è positivo a prescindere da come la pensa, da quali siano le sue idee politiche o la sua storia.

Le domande più pungenti su di lei e sul suo partito mi sembra di avergliele fatte e la ringrazio per le risposte. Vuole aggiungere qualcosa?

Abbiamo parlato solo del passato, mi farebbe anche una domanda su come immagino il futuro della nostra Città?

Certo. Anche più di una.

Il resto alla prossima puntata.

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Nella nostra Città si può chiedere l’elemosina, ma… http://www.livioditullio.it/nella-nostra-citta-si-puo-chiedere-lelemosina-ma/ Wed, 24 Feb 2016 14:04:35 +0000 http://www.livioditullio.it/?p=3266 Nella nostra Città, come nel resto d’Italia, si può chiedere l’elemosina. Nella nostra Città, i Savonesi danno volentieri qualche moneta a chi la chiede. Nella nostra Città non si può chiedere soldi in modo insistente o seguire le persone nei parcheggi finchè esasperate non ti mollano qualche spicciolo nè stazionare nelle casse automatiche. E la […]

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Nella nostra Città, come nel resto d’Italia, si può chiedere l’elemosina.
Nella nostra Città, i Savonesi danno volentieri qualche moneta a chi la chiede.
Nella nostra Città non si può chiedere soldi in modo insistente o seguire le persone nei parcheggi finchè esasperate non ti mollano qualche spicciolo nè stazionare nelle casse automatiche. E la Polizia Municipale fa il proprio dovere nel reprimere questi comportamenti come stamane in Piazza del Popolo

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Segnalazioni sulla nuova passeggiata a Zinola http://www.livioditullio.it/segnalazioni-sulla-nuova-passeggiata-a-zinola/ Wed, 24 Feb 2016 13:56:27 +0000 http://www.livioditullio.it/?p=3262 Siccome in diversi mi avete scritto e segnalato alcune cose, oggi ho fatto un sopralluogo a Zinola sulla passeggiata, dunque : 1- metteranno a breve la fontanella d’acqua nell’area canina 2- gli alberi sono “in garanzia”. Se non si riprendono in primavera verrano sostituiti idem le palme. 3- un cittadino mi ha detto che si […]

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Siccome in diversi mi avete scritto e segnalato alcune cose, oggi ho fatto un sopralluogo a Zinola sulla passeggiata, dunque :
1- metteranno a breve la fontanella d’acqua nell’area canina
2- gli alberi sono “in garanzia”. Se non si riprendono in primavera verrano sostituiti idem le palme.
3- un cittadino mi ha detto che si “sfogliavano” alcune panchine. L’impresa ha mandato un falegname e oggi mi sono sembrate a posto
4- nel dislivello tra pista ciclabile dietro il campo è effettivamente saltato in alcuni punti l’asfalto colorato. Verrà l’impresa a rimetterlo a posto.
5- nella zona verde tra il campo e il campeggio verrà aggiunto un faro
6- considerato che parcheggiano sulla pista ciclabile verranno messi dei dissuasori

 

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