Isabella e la centrale

15 aprile 2014
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lavoroenergiaIsabella Sorgini mi ha raccontato che si è presentata da Lei in Comune , per chiedere aiuto , la prima Lavoratrice dell’indotto di Tirreno Power . Dico la prima perchè l’ esperienza ci dice che ogni volta che si chiude un posto di lavoro , iniziano ad arrivare persone in Comune  a chiedere aiuto. Si tratta di una donna sola , con un figlio . Lo stipendio era l’unico sostegno economico che aveva e 600 euro se ne andavano in affitto . Si aggiunge alle centinaia di casi che  l’Amministrazione Comunale cerca di aiutare . Però se a queste persone non si trova modo di creare lavoro che non sia la scappatoia “meridionalizzata” del posto pubblico o parapubblico , è impossibile  far fronte a questi drammi .

Con la cassa integrazione non si campa ed in casi come questo  la cassa non esiste . Esiste il licenziamento .Per non parlare delle decine di piccoli imprenditori ( e non solo piccoli ) che rischiano la rovina .

Con tutto il marasma  che c’è su Tirreno Power  , tra Magistratura , Ministeri , Azienda , con tutta la rilevanza nazionale che assume questa vicenda , tra avvocati con parcelle milionarie , periti e perizie , alti burocrati ministeriali , funzionari di ogni livello e rango , tra decreti e ricorsi , tra Magistratura ordinaria e amministrativa , tra TAR e aule di Tribunale , tra comitati ed esposti ,  il risultato  che a perderci lo stipendio  siano i Lavoratori e a fallire le imprese del territorio è la prova che davvero viviamo in un Paese ingiusto .

Le Istituzioni locali devono prendere una iniziativa forte .  Regione Liguria , Provincia di Savona , i Sindaci dei tre Comuni direttamente interessati : Vado Ligure , Quiliano e Savona ( qualche centinaio di Lavoratori della Centrale sono Savonesi e l’inquinamento arriva anche qua , non si ferma al Torrente Quiliano ) , i Sindaci della Val Bormida che hanno sul territorio le imprese che stanno saltando , i Parlamentari Liguri , dovrebbero chiedere di essere ricevuti alla Presidenza del Consiglio . Perchè una vicenda come quella della Centrale , che chiama in causa le politiche energetiche nazionali , qualche centinaio di morti secondo la Procura savonese , un pezzo importante dell’economia provinciale , quattro Ministeri ( ambiente , Giustizia, Industria e Lavoro ) , non può essere lasciata da gestire solo all’Azienda a colpi di carte bollate .

 

Per chiedere le seguenti cose :

Di sapere subito da Tirreno Power  se intende fare gli investimenti .

Se Tirreno Power risponde di sì ( rinunciando anche all’assurda pretesa di fare il terzo gruppo , pretesa che è la causa dei ricorsi degli Enti Locali ), lo dimostri e allora si trovi il modo di far riprendere la produzione in sicurezza e si faccia chiarezza su AIA , iter autorizzativi e quant’altro .

Se Tirreno Power risponde di no oppure cincischia e rimand , il Governo intervenga come ha fatto con l’ILVA . Nazionalizzi l’impianto ovvero  chieda a ENEL o a ENI  di prenderne la gestione .

In quest’ultimo caso  il Governo dica se ritiene l’impianto di Vado- Quiliano  strategico per gli interessi nazionali . Se sì , allora attraverso il soggetto prescelto per la gestione , sostenga gli investimenti necessari per portare la produzione di energia elettrica con il carbone ai livelli dei Paesi civili  e delle norme ambientali  europee  e sostenga , nel periodo necessario , i lavoratori e le imprese .

Se non lo ritiene strategico , fornisca al territorio gli strumenti di politica industriale , per gestire una fase  che ha la  prospettiva dell’uscita  dal carbone . Strumenti non parole . Cose  concrete , dall’abbassamento dell’IVA all’abbattimento del costo dell’energia elettrica per favorire l’insediamento di attività industriali e anche  le risorse per le bonifiche e la dismissione degli impianti , tanto per fare alcuni esempi  e che consentano in prospettiva, una fase dello sviluppo , libera dal carbone .

Difficile ? Molto . Ma è l’unica cosa da fare . Isabella e tutti gli Assessori ai servizi sociali della nostra Provincia , da soli , non ce la possono fare .