Savona smart city, perché no?
Luca Ottonello, Assessore al Turismo di Albisola Superiore
In questo periodo storico connotato da una delle peggiori crisi dell’economia a livello internazionale e caratterizzato dal...
dunque… più o meno funziona così… i reperti archeologici sono di proprietà dello Stato… lo Stato non sempre ha i soldi per terminare gli scavi e per conservare i reperti archeologici sicchè alla fine il Comune ce ne mette un po’ dei suoi e chiede alla Fondazione Demari (che ringrazio davvero di cuore) di mettercene un po’ e alla fine l’insediamento romano ritrovato a Legino non verrà interrato e sarà protetto. Il lavoro non lo fa il Comune ma una ditta specializzata incaricata dalla sopraintendenza …. sì… più o meno funziona così….
Protocollo d’intesa operativo tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria ed il Comune di Savona per l’attuazione del Progetto di tutela e conservazione dell’area archeologica dell’insediamento romano in località Legino a Savona
Premesso che:
nel corso dei lavori di realizzazione del complesso residenziale nell’area denominata “villette” compresa tra Via Fratelli Rey e Via Pietragrossa, inseriti nell’ambito del programma integrato del Comune di Savona ai sensi dell’art. 18 L. 203/91, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria ha promosso e sviluppato un progetto di manutenzione archeologica dell’area interessata da significativi rinvenimenti archeologici;
tale progetto prevede la conoscenza, la messa in sicurezza e la conservazione e tutela – anche ai fini di una futura valorizzazione – della porzione disposta sulle pendici dei rilievi delimitanti la valletta del Rio Quattro Stagioni e pertanto meglio conservata dell’insediamento di età romana individuato in loc. Legino con assistenza archeologica a carico dell’impresa esecutrice dell’intervento di cui al programma integrato;
Considerato il rilevante interesse del complesso antico, relativo ad un insediamento a carattere residenziale- produttivo con valenza stradale, posto nelle vicinanze di Vada Sabatia e oggi compreso nell’area urbana di Savona, databile tra il I e il III secolo d.C., che conserva testimonianze di pavimenti a mosaico tra cui un tappeto musivo ancora conservato in tutta l’estensione originaria;
Preso atto della concessione da parte della Fondazione A. De Mari di di contributo – pari a € 40.000 suddivise in due annualità (2013 e 2014) – alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria finalizzato al progetto di conoscenza e conservazione dell’insediamento romano di Legino;
Considerata la volontà di mantenere in situ il pavimento a mosaico, come altri resti di strutture rinvenute opportunamente consolidate e protette e successivamente reinterrate – secondo protocolli di conservazione e valorizzazione del superiore Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) – per una migliore conservazione dei beni, ma rispetto ad altri manufatti di optare per il mantenimento a vista del pavimento antico, con la realizzazione di adeguata copertura protettiva;
Vista la finalità culturale ed educativa del progetto, rivolto alla conoscenza e alla fruizione delle emergenze archeologiche da parte dei residenti il nuovo complesso edilizio di Legino, che costituisce uno dei principali distretti di espansione urbanistica della città verso ponente e che ospita importanti realtà culturali quali il Polo universitario savonese, ma anche da parte della cittadinanza savonese tutta;
Considerato che il progetto nella sua globalità è stato avviato dalla Soprintendenza nel 2006 con la realizzazione di campagne di indagini geofisiche non distruttive e voli ricognitivi effettuati con il Comando Carabinieri del NTPC (Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Genova) con elicotteri del 15° Nucleo Carabinieri di Villanova d’Albenga, realizzate nel quadro dell’Archeologia Preventiva e preliminari alla costruzione del nuovo complesso residenziale;
Valutato che approfonditi interventi di scavo stratigrafico mirati alla più precisa definizione del deposito archeologico conservato nel sito, e che interventi di manutenzione e restauro della superficie a mosaico e della sua preparazione, e saggi di verifica nell’ambiente adiacente sono stati eseguiti dalla Soprintendenza con fondi ordinari del Superiore Ministero (MiBACT) per un totale ad oggi pari a € 30.240,00;
Considerato che le fasi successive dell’intervento vedranno la realizzazione di una copertura a protezione dell’ambiente mosaicato e la realizzazione di alcune opere accessorie finalizzate alla bonifica dei vani della villa romana dalle acque piovane che potrebbero compromettere in maniera irreversibile le strutture antiche e gli interventi di restauro già realizzati;
Rilevato che
il Comune di Savona ha manifestato, anche con proprio atto di Giunta del 2013, la volontà di collaborare con la Soprintendenza ai fini della conoscenza e conservazione del sito archeologico, mirate alla trasmissione dei valori culturali strettamente legati al territorio, e in considerazione dell’importanza culturale e turistica dello stesso, e ha destinato apposito stanziamento di bilancio al fine di partecipare, con Soprintendenza e Fondazione De Mari, alla realizzazione del progetto predisposto dalla Soprintendenza, così come descritto in allegato;
in particolare lo stanziamento, pari ad € 10.000 oltre iva, individuato dal Comune di Savona, viene destinato all’allestimento della copertura del reperti, nell’ambito della competenza del Comune legata alla conservazione e ad una prossima valorizzazione del bene;
Considerato che, nell’ambito delle proprie specifiche competenze, la Soprintendenza Archeologica, ha individuato quale soggetto attuatore dell’intero intervento, presente sul cantiere sin dall’inizio dei lavori di interesse archeologico nel 2006 nel quadro dell’archeologia preventiva, e quindi su incarico privato, la Ditta Cooperativa Archeologia alla quale la Fondazione De Mari Carisa, su indicazione della Soprintendenza stessa, corrisponderà il proprio contributo (ai sensi dell’art.57 comma 5 lettera A2 del Dlgs 163/2006);
Considerato altresì che, nell’ambito della convenzione con il soggetto attuatore dell’intervento edilizio, è previsto che l’area oggetto degli scavi, passi nella titolarità del Comune di Savona;
Nelle more del perfezionamento di apposito Accordo di valorizzazione per la gestione del bene, una volta completato l’intervento in oggetto;
tutto ciò premesso si conviene quanto segue
I soggetti firmatari del presente accordo concordano di attuare l’intervento di conservazione con l’impegno economico per la prosecuzione dei lavori che sarà distribuito tra il Comune di Savona, per un importo pari a 10.000,00 euro al netto dell’IVA vigente e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria, che farà riferimento al contributo deliberato dalla Fondazione A. De Mari, prot. n. 392 in data 11 aprile 2013, per un importo di 40.000,00 euro al netto dell’IVA vigente ;
I soggetti firmatari del presente accordo stabiliscono che, ciascuno per quanto di propria competenza e nei limiti degli importi sopra indicati, provvederà alla liquidazione delle opere previste – come lavori complementari ai sensi dell’art. 57 comma 5 lettera A2 del Dlgs 163/ 2006 – direttamente al soggetto esecutore già individuato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici nella Cooperativa Archeologia con sede a Firenze, in via L. La Vista, 5, già esecutrice dei precedenti interventi dello stesso progetto archeologico;
Per quanto concerne la fase attuativa del presente accordo i soggetti firmatari concordano sul preventivo del progetto allegato suddiviso per attività e concordano che l’ accordo avrà valore dal momento della firma.
Per la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria
Per il Comune di Savona
Il Dirigente