Mi dispiace

22 novembre 2013
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Mi dispiace. Davvero mi dispiace di non nutrire alcuna fiducia verso l’azione di questo Governo. Mi dispiace perché so che è composto da persone perbene e che tanti Deputati sono davvero convinti di stare facendo il possibile.  Non ho fiducia  perché non produce cambiamento e non può produrlo perché non esprime una linea politica netta su nessuna delle questioni importanti che riguardano il nostro Paese. Il Governo delle larghe intese italiano non è quello tedesco dove SPD e CDU hanno trattato un mese e hanno sottoscritto un accordo dove c’è scritto ciò che faranno. Qui ognuno dice tutto e il contrario di tutto.

So che questo mio giudizio infastidisce molti,  soprattutto nel mio Partito. Ma non riesco a non vedere la realtà. Forse il mio punto di vista, quello di un Amministratore locale, è un po’ particolare. Io so che quasi ogni giorno… c’è qualcuno che mi viene a chiedere un lavoro perchè non sa più dove andare,  spesso mi trovo imprese e professionisti che mi dicono che mollano, che non ce la fanno più. A chi mi fa la retorica dell’essere responsabili, a chi mi spiega che non si può fare diversamente, a chi mi parla dell’orlo del baratro, a quelli “del problema è un’altro “ rispondo che la vera irresponsabilità è andare avanti così.

Rivoluzione! (  senza morti e feriti )

C’è una grande rivoluzione ( tra le tante ) che si può fare quasi a costo zero. E’ semplificare la vita ad Imprese e Cittadini. E’ quella di razionalizzare le centinaia di norme, di uffici e di strutture dello Stato che non hanno più alcun senso. Fare saltare le burocrazie, a partire da quelle dei grandi burocrati di Stato ai quali invece di far fare i Ministri, bisogna chieder conto di quanto costano e quanto producono.

Il problema è una struttura e una sovraproduzione di norme incomprensibile e insopportabile. In questo problema c’è chi ci sguazza, sono gli introdotti, poi te li ritrovi nel CdA di Alitalia, nelle Banche  o a telefonare alla Cancellieri. Per farlo saltare bisogna avere coraggio, determinazione e idee chiare. Kennedy parlava del complesso militare-industriale che condizionava la Democrazia americana. Qui c’è il complesso statale – capitalismo di relazione che non è meno pericoloso.

A casa nostra

Ma il problema non riguarda solo lo Stato. Riguarda  le Regioni e anche la Regione Liguria. E riguarda i Comuni, anche il Comune di Savona.

Si sono prodotti molti sforzi per semplificare ma non basta ancora, soprattutto non basta quando è così evidente la differenza di velocità tra i processi autorizzativi e la realtà e i bisogni dell’economia e del lavoro. Se di lavoro c’è ne molto, si può sopportare un ritardo ma se di lavoro c’è ne poco, non puoi aspettare nemmeno un giorno, figurati aspettare un anno ad esempio per ottenere un permesso di costruire. Forse mi sbaglio e sarei contento di essere smentito ma non mi pare che su questi argomenti ci sia la necessaria convinzione a considerarli degni di una battaglia radicale.  C’è un’idea di governo e di amministrazione che pretende ancora di mettere le braghe al mondo. Che ritiene assolutamente sensato  pianificare qualsiasi cosa : dallo sviluppo delle Città ( e questo è ancora saggio, magari trovando il sistema  di farlo in un modo più rapido e meno rigido ) fino a come uno vuole farsi  l’interno dell’appartamento. Che si inventa la Valutazione d’impatto ambientale ( saggia, magari un po’ meno costosa e un po’ piu’ rapida  ) poi la Valutazione di impatto ambientale strategica ( perbacco ). Se non si fermano chiederanno quella planetaria ed infine l’interstellare. Poi scopri che l’Aurelia bis passa sotto il naso di quelli di Via Turati e benchè ci sia stata la VIA nessuno ha mai pensato di chiedere la copertura fonoassorbente dello svincolo.

In attesa che si produca qualche cambiamento ( e senza smettere di chiederlo ) che si fa ? Mica possiamo arrenderci o sprofondare nel pessimismo : è vero che il Comune non fa le Leggi, quelle toccano a Parlamento e Regione e magari ne facessero qualcuna di meno e più semplice, sarebbe tanto di  guadagnato. Noi la rivoluzione non la possiamo fare, però … nel nostro piccolo …

Grazie a tutti Voi. Ci sentiamo presto.